Hostname: page-component-78c5997874-g7gxr Total loading time: 0 Render date: 2024-11-18T01:29:04.783Z Has data issue: false hasContentIssue false

PARTITI E CAMBIAMENTO POLITICO NEGLI USA (1968-1988): UN CASO DI RIFORMA ISTITUZIONALE

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

Lo scopo di questo saggio è quello di analizzare la riforma del sistema di selezione del candidato presidenziale attuata negli Stati Uniti tra il 1968 e il 1988. Data la rilevanza che ha avuto ed ha, per i partiti politici statunitensi, la scelta del candidato presidenziale, l'analisi della riforma del sistema di selezione può consentire di individuare i cambiamenti realizzatisi sia nell'organizzazione di quei partiti che nel ruolo da essi esercitato nel sistema politico.

Type
Saggi
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 Cfr. Ceaser, J.W., Presidential Selection. Theory and Development , Princeton, Princeton University Press, 1979, in part. pp. 260262.CrossRefGoogle Scholar

2 Cfr. Crotty, W.J., Political Reform and the American Experiment , New York, Thomas Y. Crowell, 1980 2 .Google Scholar

3 Cfr. Crotty, W.J., Party Reform, Nominating Processes, and Democratic Ends , in Schlozman, K.L. (a cura di), Elections in America , Boston, Allen and Unwin, 1987, pp. 7580.Google Scholar

4 Cfr. Shafer, B., The Party Reformed , New York, Basic Books, 1984.Google Scholar

5 Cfr. Ranney, A., Curing the Mischiefs of Faction. Party Reform in America , Berkeley, University of California Press, 1975, pp. 82100.CrossRefGoogle Scholar

6 Cfr. Epstein, L., Political Parties in the American Mold , Madison, University of Wisconsin Press, 1986. Questo lavoro sottolinea inoltre la rilevanza storica che hanno avuto le elezioni presidenziali nel favorire la nascita dei moderni partiti politici e quindi la formazione di un sistema bipartitico.Google Scholar

7 Se la formazione di un primo (ed embrionale) sistema bipartitico è collocabile nell'ultimo decennio del sec. XVIII, l'attuale sistema bipartitico (democratici vs. repubblicani) si è venuto invece a strutturare nel decennio precedente la Guerra Civile, e verrà generalmente definito come il «terzo sistema di partito». In proposito, si veda Chambers, W.N., Party Development and the American Mainstream , in Chambers, W.N. e Burnham, W.D. (a cura di), The American Party Systems. Stages of Political Development , New York, Oxford University Press, 1975 2 .Google Scholar

8 Cfr. Neustadt, R.E., Presidential Power. The Politics of Leadership from FDR Carter , New York, John Wiley and Sons, 1980, ediz. rivista.Google Scholar

9 Ho trattato questi processi nel mio, Effetto Reagan: la Casa Bianca da istituzione plebiscitaria a istituzione retorica? , in «Queste Istituzioni», XIV (1986-1987).Google Scholar

10 Un'ottima discussione sul carattere simbolico della presidenza è in Dolbeare, K.M. e Edelman, M.J., American Politics. Policies, Power and Change , Lexington, Mass., D.C. Heath and Co., Cap. 10.Google Scholar

11 Cfr. Banfield, E.C., Party «Reform» in Retrospect , in Goldwin, R.A. (a cura di), Political Parties in the Eighties , Washington D.C., American Enterprise Institute, 1980.Google Scholar

12 Cfr. Orren, G., The Changing Styles of American Party Politics , in Fleishmen, J.L. (a cura di), The Future of American Political Parties. The Challenge of Governance , Englewood-Cliffs, N.J., Prentice-Hall, 1982.Google Scholar

13 Cfr. Crotty, W.J., Party Reform , New York, Longman, 1982.Google Scholar

14 Tra gli altri, si veda: Polsby, N.W. e Wildavsky, W., Presidential Elections. Strategies of American Electoral Politics , New York, Charles Scribner's Sons, 1984 6, e Chambers e Burnham, The American Party Systems, cit.Google Scholar

15 Una ricostruzione davvero ottima di quel periodo è leggibile in Sterling, J.Y., The Washington Community 1800-1828 , New York, Harcourt, Brace and World, 1966.Google Scholar

16 Cfr. Ranney, , Curing the Mischiefs of Factions , cit., pp. 1517.Google Scholar

17 Due classici studi in proposito: Key, V.O., American State Politics. An Introduction , New York, Knopf, 1956 e Ladd, E.C. Jr., American Political Parties. Social Change and Political Response, New York, W.W. Norton, 1970, spec. cap. 2.Google Scholar

18 Uomo politico ed autore di non pochi talenti: si veda il suo, Inquiry into the Origin and Course of Political Parties in the United States , New York, Hurd and Houghton, 1867.Google Scholar

19 Cfr. Hofstadter, R., The Idea of a Party System , Berkeley, University of California Press, 1969.Google Scholar

20 Cfr. Allswang, J.M., Bosses, Machines, and Urban Voters , Baltimora, The John Hopkins University Press, 1986 2 .CrossRefGoogle Scholar

21 Cfr. Ladd, E.C. Jr., Where Have All the Voters Gone? The Fracturing of America's Political Parties , New York, W.W. Norton, 1982 2 .Google Scholar

22 Ho discusso approfonditamente questi approcci interpretativi nel mio, Cittadini e istituzioni. Le nuove caratteristiche del cambiamento politico e il problema della sua istituzionalizzazione , in «Teoria politica», IV (1988).Google Scholar

23 Utilizzato, tra gli altri, da Beck, P.A., The Dealignment Era in America , in Dalton, R.J., Flanagan, S.C. e Beck, P.A. (a cura di), Electoral Change in Advanced Industrial Democracies. Realignment of Dealignment?', Princeton, Princeton University Press, 1984.Google Scholar

24 Cfr. Ladd, E.C. Jr., e Hadley, C. D., Transformations of the American Party System. Political Coalitions from the New Deal to the 1970s , New York, W.W. Norton, 1978 2 .Google Scholar

25 Originariamente concettualizzate da Key, V.O., A Theory of Critical Elections , in «Journal of Politics», XVII (1955), e quindi ulteriormente precisate da Burnham, W.D., Critical Elections and the Mainspring of American Politics, New York, W.W. Norton, 1970.Google Scholar

26 Tra gli altri, si veda: Philipps, K.P., Post-Conservative America , New York, Vintage Books, 1983 e Chubb, J.E. e Peterson, P.E., Realignment and Instituzionalization , in Churr, J.E. e Peterson, P.E. (a cura di), The New Direction in American Politics, Washington, D.C., The Brookings Institution, 1985.Google Scholar

27 Si veda in proposito l'acuta analisi di Wilson, J. Q., contenuta nei suoi due volumi: The Amateur Democrat , Chicago, University of Chicago Press, 1962 e Political Organizations, New York, Basic Book, 1973.Google Scholar

28 Vale la pena di sottolineare che ricondurre al modello dell'identificazione partitica all'approccio in questione appare plausibile solo se si assume, come d'altronde suggerisce Epstein, L. (nel suo, Political Parties in the American Mold , spec. cap. 8, pp. 263271), che le identificazioni di partito (non i comportamenti elettorali) riflettono l'esperienza di «cross-cutting cleavages», esperienza sulla base della quale è venuta quindi a definirsi la relazione individuale tra elettore e singoli partiti. Le stesse trasformazioni intervenute nell'elettorato nell'ultimo ventennio hanno interagito con i processi più generali di cambiamento che hanno intaccato la struttura delle precedenti divisioni politiche. Il punto che occorre sottolineare è che questo modello enfatizza, sul piano metodologico, il legame individuale tra elettore e partito (legame che, nondimeno, poi riconduce ad appartenenze più generali), mentre il modello precedente privilegiava esclusivamente il rapporto tra gruppi, categorie e sezioni, da un lato, e i singoli partiti politici, dall'altro lato. Appare plausibile, pertanto, nel contesto di uno studio che ha per oggetto esclusivamente gli Stati Uniti, ricondurre questo modello all'approccio dei cleavages, anche se in uno studio più generale è opportuno non sottovalutare le differenze tra i due modelli qui discussi (in proposito, si veda il mio, Cittadini e istituzioni, cit.).Google Scholar

29 Cfr. Campbell, A., Converse, P.E., Miller, W.E. e Stockes, D.E., The American Voter , New York, John Wiley and Sons, 1960.Google Scholar

30 Cfr. Nie, N.H., Verba, S. e Petrocik, J.R., The Changing American Voter , Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1980 2 .Google Scholar

31 Cfr. Nelson, M. (a cura di), The Elections of 1984 , Washington D.C., C.Q. Press, 1985.Google Scholar

32 Tra gli altri, si veda Shively, W.P., The Nature of Party Identification: A Review of Recent Development , in Pierce, J.C. e Sullivan, J.L. (a cura di), The Electorate Reconsidered , Beverly Hills, Sage, 1980.Google Scholar

33 Per una discussione in proposito, Pasquino, G., Le elezioni americane del 1980: ridefinizione o caduta delle identificazioni partitiche?', in «Stato e mercato», I (1981).Google Scholar

34 Cfr. Skowroneck, S., Building a New American State. The Expansion of National Administration Capacity , New York, Cambridge University Press, 1982.Google Scholar

35 Come si vedrà, le funzioni rappresentative sono state generalmente analizzate, dagli studiosi in questione, con scarso riferimento alle più generali funzioni governative. Non stupisce, quindi, che il problema della rappresentanza sia stato preminentemente concettualizzato come «capacità rappresentativa dei partiti» e non, anche, come loro capacità di promuovere governi efficaci.Google Scholar

36 Cfr. Crotty, W.J., Decision for the Democrats. Reforming the Party Structure , Baltimora, The Johns Hopkins University Press, 1978.Google Scholar

37 Cfr. Pitkin, H., The Concept of Representation , Berkeley, University of California Press, 1967.Google Scholar

38 Tra gli altri, si veda: Dye, T.R. e Ziegler, L.H., American Politics in the Media Age , Monterey, Brooks/Cole, 1985 2 , e Patterson, T., The Mass Media Elections, New York, Praeger, 1980.Google Scholar

39 Cfr. Graber, D.A. (a cura di), Media Power in Politics , Washington, D.C., C.Q. Press, 1984.Google Scholar

40 Cfr. Polsby, N.W., The News Media as an Alternative to Party in the Presidential Selection Process , in Goldwin, , Political Parties in the Eighties , cit.Google Scholar

41 In proposito si rinvia, appunto, ai documenti approvati dal partito democratico. Si veda: Democratic Party of the U.S., Mandate for Reform: A Report of the Commission of Party Structure and the Delegate Selection to the Democratic National Committee (Presidente della commissione G. McGovern), Washington, D.C., Democratic National Committee, 1970; Ibidem, Democrats All: A Report of the Commission of Delegate Selection and Party Structure (Presidente della commissione B.A. Mikulski), Washington, D.C., Democratic National Committee, 1974; Ibidem, Openness, Participation and Party Building: Reforms for a Stronger Democratic Party. Report of the Commission on Presidential Nomination and Party Structure, (Presidente della commissione A. Winograd), Washington, D.C., Democratic National Committee, 1978; Ibidem, Report of the Commission on Presidential Nomination (Presidente della commissione J.B. Hunt), Washington, D.C., Democratic National Committee, 1982.Google Scholar

42 Si veda, Congressional Quarterly Weekly Report, 1988 Contest Is Primary-Dominated , 46, n. 9, 27 febbraio 1988, p. 532.Google Scholar

43 Ipotesi che ho discusso nel mio, L'evoluzione del sistema politico americano alla verifica elettorale , in «Politica internazionale», XVI (1988).Google Scholar

44 Cfr. Ranney, A., Farewell to Reform. Almost , in Schlozman, , Elections in America, cit.Google Scholar

45 Cfr. Crotty, W.J. e Jackson, J. S. III, Presidential Primaries and Nominations , Washington, D.C., C.Q. Press, 1985.Google Scholar

46 Quest'ultimo dato è riferito al partito democratico, che ha quindi registrato una percentuale del 66,6% per quanto riguarda i delegati della convenzione nazionale selezionati attraverso le primarie. Tale situazione è stata, sempre nel 1988, ancora più accentuata nel partito repubblicano: solamente 17 stati hanno continuato a preferire i caucuses e ben il 76,9% dei delegati alla convenzione nazionale è stato selezionato attraverso le primarie. Infine, bisogna considerare che sia il District of Columbia che Puerto Rico hanno tenuto primarie e non caucuses. Questi dati in Congressional Quarterly Weekly Report, 1988 Contest , cit., p. 532.Google Scholar

47 Va ricordato, però, che gli stessi caucuses sono stati, a loro volta, aperti ad una partecipazione più vasta rispetto a quella tradizionale degli attivisti di partito (o «party regulars»). Nondimeno, e più in generale, il punto è oggetto di controversie. Ad esempio, secondo Burns, J.M., Party Renewal: The Need for Intellectual Leadership , in Pomper, G.M. (a cura di), Party Renewal in America: Theory and Practice , New York, Praeger, 1980, i sostenitori dei candidati avevano preferito i caucuses alle primarie, in quanto sedi più favorevoli per raggiungere i loro obiettivi. Dunque, secondo questo ed altri autori, il ricorso alle primarie è stato voluto dagli attivisti di partito, proprio per neutralizzare i sostenitori dei candidati e gli issues enthusiasts (che erano ritenuti essere una minoranza, se rapportati al più generale elettorato di partito).Google Scholar

48 Tra gli altri, si veda Cutler, L.N., Cohen, L.R. e Witten, R.M. (a cura di), Regulating Campaing Finance , in «The Annals of American Academy of Political and Social Science», 486 (luglio 1986).Google Scholar

49 In proposito, un'ottima discussione è in: Alexander, H.E., Financing Politics: Money, Elections, and Political Reform , Washington, D.C., C.Q. Press, 1984 e Malbin, M.J. (a cura di), Money and Politics in the United States. Financing Elections in the 1980s, Washington, D.C., American Enterprise Institute, 1984.Google Scholar

50 Cfr. Domhoff, G.W., Fat Cats and Democrats , Englewood Cliffs, N.J., Prentice-Hall, 1972.Google Scholar

51 Cfr. Salmore, S.A. e Salmore, B.G., Candidates, Parties, and Campaigns. Electoral Politics in America , Washington, D.C., C.Q. Press, 1985.Google Scholar

52 Il successo del partito repubblicano, per quanto riguarda il processo di costruzione di un partito nazionale, costituisce uno dei fenomeni più interessanti della politica statunitense dell'ultimo decennio (si veda, in proposito, l'ottimo Herrison, P. S., Party Campaigning in the 1980s , Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1988). Le ragioni di tale successo sono state diverse. Tra di esse, gli autori sono soliti elencare: (a) la necessità nella seconda metà degli anni settanta di neutralizzare, sul piano elettorale, gli effetti devastanti del Watergate, necessità che ha dato una forte spinta verso l'organizzazione di strutture nazionali (Republican National Committee, Republican National Congressional Campaign, Republican National Senatorial Campaign, ovvero RNC, RNCC, RNSC) capaci di rendere i candidati di partito più competitivi con i loro rivali democratici; (b) la maggiore disponibilità, da parte di un partito altamente professionalizzato e costituito per larga parte di leaders, a trarre beneficio dal nuovo contesto legale e istituzionale prodotto dalle riforme degli anni settanta; (c) lo sviluppo di movimenti ed associazioni generalmente conservatori (espressione di una opinione pubblica in misura crescente conservatrice) che hanno mobilitato settori vecchi e nuovi dell'elettorato repubblicano, con effetti di grande rilievo sul piano delle risorse che è stato possibile raccogliere a favore delle cause conservatrici. Su questi punti, si veda: Bibby, J.F., Party Renewal in the National Republican Party , in Pomper, , Party Renewal in America, cit. e Conway, M., Republican Political Party Nationalization, Campaign Activities, and Their Implications for the Party System, in «Publius», XIII (1983).Google Scholar

53 Cfr. Jacobson, G.C., The Republican Advantage in Campaign Finance , in Chubb, e Peterson, , The New Direction in American Politics , cit.Google Scholar

54 Cfr. Matasar, A.B., Corporate PAC's and Federal Campaign Financing Laws: Use or Abuse of Power? , Westport, Conn., Quorum Books, 1986.Google Scholar

55 Lo studio classico è in proposito quello di Key, V.O. Jr., Politics, Parties and Pressure Groups , New York, Thomas Y. Crowell, 1958 4 .Google Scholar

56 Cfr. Sorauf, F.J., Party Politics in America , Boston, Litde, Brown and Co., 1984 5, cap. 4.Google Scholar

57 Due ottime discussioni in proposito sono in: Fiorina, M., Party Government in the United States. Diagnosis and Prognosis , in Katz, R.S. (a cura di), Party Governments: European and American Experiences , Berlino/New York, Walter de Gruyter, 1987 e Cain, B., Ferejohn, J. e Fiorina, M., The Personal Vote: Constituency Service and Electoral Indipendence, Cambridge, Mass., Harvard University Press, 1987.Google Scholar

58 Tesi, questa, ben argomentata sia da Reichley, A.J., The Rise of National Parties , in Chubb, e Peterson, , The New Direction in American Politics , cit. che da Kayden, X., The Nationalization of the Party System , in Malbin, M.J. (a cura di), Parties, Interest Groups and Campaign Finance Laws, Washington, D.C., American Enterprise Institute, 1980.Google Scholar

59 Le tendenze alla nazionalizzazione hanno seguito percorsi relativamente diversi nei due maggiori partiti. Queste differenze sono riconducibili ai modelli di partito che hanno contraddistinto questi ultimi. Così, il partito repubblicano, che ha opposto al modello partecipatorio di partito dei democratici quello di un «partito di dirigenti» fortemente professionalizzato (sul punto, si veda Epstein, Political Partues in the American Mold, cit., cap. 7, spec. pp. 214216), ha perseguito la nazionalizzazione attraverso sia un rafforzamento dell'organizzazione nazionale (aspetto che discuteremo meglio in seguito) che un'enfasi senza precedenti (nei media in particolare) degli issues (e leaders) nazionali intorno ai quali poteva costituirsi (e si è costituita) l'identità nazionale del partito. Più debole è stato questo processo nel campo democratico, sia per i ritardi organizzativi che lo hanno connotato (che discuteremo in seguito) che per le difficoltà ad individuare issues e leaders nazionali in un'epoca di declino della tradizionale coalizione di supporto del partito (difficoltà, appunto, accentuate dal modello partecipatorio di partito perseguito). In proposito si veda Cotter, C.P., Gibson, J.L., Bibby, J.F. e Huckshorn, R.G., Party Organizations in American Politics , New York, Praeger, 1984.Google Scholar

60 Cfr. Kayden, X. e Mahe, E. Jr., The Party Goes On. The Persistence of the Two-Party System in the United States , New York, Basic Books, 1985, spec. Parte II.Google Scholar

61 In proposito si veda: Piven, F. e Cloward, R., Why Americans Don't Vote? , New York, Basic Books, 1988 e Burnham, W.D., The Current Crisis in American Politics, New York, Oxford University Press, 1982. Dunque, il declino della vecchia macchina del partito democratico, favorito dal perseguimento del modello partecipatorio di partito, non ha condotto finora alla formazione di alternative forme organizzative di partito, in particolare a livello locale e statale. Con l'effetto che, in molte aree del paese, i partiti statali e locali hanno dovuto registrare un ridimensionamento sensibile delle loro capacità di mobilitazione (sul punto, si veda Kuttner, R., The Life of the Party. Democratic Prospects in 1988 and Beyond, New York, Viking, 1987).Google Scholar

62 Cfr. Cavalli, L., Il presidente americano. Ruolo e selezione del leader Usa nell'era degli imperi mondiali , Bologna, Il Mulino, 1987.Google Scholar

63 Ho discusso questa problematica nel mio, Della leadership presidenziale negli Stati Uniti , in Cavalli, L. (a cura di), Leadership e democrazia , Padova, Cedam, 1987.Google Scholar

64 Cfr. Ranney, A., The Political Parties: Reform or Decline , in King, A. (a cura di), The New American Political System , Washington, D.C., American Enterprise Institute, 1979.Google Scholar

65 Cfr. Schlesinger, J.A. Jr., The New American Political Party , in «American Political Science Review», LXXIX (1985).Google Scholar

66 Cfr. Polsby, N.W., Consequences of Party Reform , New York, Oxford University Press, 1983, spec. Parte III.Google Scholar

67 Cfr. Lurie, L., Party Politics. Why We have Poor President , New York, Stein and Day, 1982.Google Scholar

68 Ho discusso queste tendenze nel mio, Neoconservatorismo e politica americana. Attori e processi politici in una società in trasformazione , Bologna, Il Mulino, 1986, Cap. 5.Google Scholar

69 Cfr. Tulis, J.K., The Rethorical Presidency , Princeton, Princeton University Press, 1987.Google Scholar

70 Cfr. Bowles, N., The White House and Capitol Hill. The Politics of Presidential Persuasion , Oxford, Clarendon Press, 1987, spec. cap. 9.Google Scholar

71 Cfr. Polsby, e Wildavsky, , Presidential Elections , cit.Google Scholar

72 Il mio Della leadership presidenziale negli Stati Uniti , cit.Google Scholar

73 Un punto ottimamente argomentato sia da Sundquist, J.L., Constitutional Reform and Effective Government , Washington, D.C., The Brookings Institution, 1986 che da Pasquino, G., Leadership e istituzioni politiche , in Tiersky, R. (a cura di), Gli Stati Uniti tra primato e incertezza, Bologna, Il Mulino, 1983.Google Scholar

74 Cfr. Sundquist, J.L., Party Decay and the Capacity to Govern , in Fleishman, J.L. (a cura di), The Future of American Political Parties , cit.Google Scholar

75 Cfr. Ceaser, J.W., Political Change and Party Reform , in Goldwin, , Political Parties in the Eighties , cit.Google Scholar

76 Come confermano Bode, K.A. e Casey, C.F., Party Reform: Revisionism Revisited , in Goldwin, , Political Parties in the Eighties , cit.Google Scholar

77 E cioè: «una struttura che persiste relativamente a lungo nel tempo e che influenza il comportamento politico secondo modalità prevedibili», così Eisenstadt, S.N., Social Institutions (The Concept) , in «The International Encyclopedia of the Social Science», 14, New York, The Macmillan Co., 1968, spec. pp. 410411.Google Scholar

78 Ho discusso più approfonditamente questi problemi teorici nel mio contributo al Symposium «The Return to the State: Critiques of Gabriel Almond's Essay» , in «American Political Science Review», LXXXII (1988).Google Scholar

79 In proposito, l'acuta analisi di Ceaser, J.W., Reforming the Reforms. A Critical Analysis of the Presidential Selection Process , Cambridge, Mass., Ballinger, 1982, Cap. 4.Google Scholar

80 Cfr. Schattschneider, E.E., Party Government , New York, Holt, Rinehart and Winston, 1942.Google Scholar

81 Cfr. Kernell, S., Going Public. New Strategies of Presidential Leadership , Washington, D.C., C.Q. Press, 1986.Google Scholar

82 Cfr. Pasquino, G., I partiti politici e la Costituzione materiale: quale responsabilità collettiva? , relazione presentata al Convegno su «La Costituzione statunitense e il suo significato odierno, 1787-1987», promosso dall'Università di Bologna, 27-29 maggio 1987.Google Scholar

83 Una convincente trattazione teorico-generale del problema è in Pasquino, G., La scienza politica applicata: l'ingegneria politica , in Panebianco, A. (a cura di), La teoria politica contemporanea , Bologna, Il Mulino, di prossima pubblicazione.Google Scholar