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L'ALTERNATIVA RISCHIOSA. CONSIDERAZIONI SUL « DIFFICILE GOVERNO »

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Sempre piú frequentemente la scienza politica moderna fa uso — soprattutto in chiave di analisi dello sviluppo — di concetti come ingegneria politica, policy building, e simili. Ritengo si tratti di concetti utili e dotati di una loro validità euristica. Dove, viceversa, non posso seguire certi politologi è nel loro presentare l'ingegneria politica come una novità dei nostri giorni. A costoro è doveroso ricordare che in Die Kultur der Renaissance in Italien, pubblicata nel 1860, Jacob Burckhardt ha riconosciuto all'intelligenza rinascimentale italiana, e a quella fiorentina in particolare, la paternità della categoria concettuale che oggi siamo soliti comprendere sotto l'etichetta di ingegneria politica.

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References

1 Burckhardt, J., La civiltà del Rinascimento in Italia, a cura di Francesco Tarquini, Roma, ed. Avanzini e Torraca, 1967, p. 48.Google Scholar

2 Ibidem, p. 95.Google Scholar

3 Ibidem, p. 117.Google Scholar

4 Ibidem, p. 51.Google Scholar

5 Ibidem, p. 105.Google Scholar

6 Ibidem, p. 108.Google Scholar

7 Ibidem, p. 113.Google Scholar

8 Galli, G., Il difficile governo, Bologna, Il Mulino, 1972, p. 7.Google Scholar

9 Cfr. ibidem, pp. 17, 63, 68 e altre ancora.Google Scholar

10 Ibidem, p. 116.Google Scholar

11 Ibidem, p. 7.Google Scholar

12 Ibidem, pp. 259260.Google Scholar

13 Ibidem, p. 259.Google Scholar

14 Ibidem.Google Scholar

15 Ibidem, p. 260.Google Scholar

16 Ibidem, p. 256.Google Scholar

17 Ibidem.Google Scholar

18 Ibidem, p. 260.Google Scholar

19 Ibidem, p. 261.Google Scholar

20 Ibidem.Google Scholar

21 Ibidem, p. 209.Google Scholar

22 Ibidem, p. 251.Google Scholar

23 Ibidem, pp. 252254.Google Scholar

24 Sia chiaro. Sviluppando in chiave ingegneristica talune premesse dell'analisi di Galli non ho inteso compiere una operazione, che sarebbe arbitraria, di trapianto di tesi mie sul tessuto argomentativo altrui. Ho solo voluto mostrare la possibilità di tale sviluppo, evidenziando nel contempo i sottintesi politici che, nella prospettiva della alternativa progressista, vi si oppongono.Google Scholar

25 Cfr. Proporzionalismo, frazionismo e crisi dei partiti: quid prior? , in « Rivista Italiana di Scienza Politica », I (1972), p. 138.Google Scholar

26 Ibidem, p. 138.Google Scholar

27 Galli, G., op. cit. , p. 253.Google Scholar

28 Ibidem, p. 218.Google Scholar

29 Lipset, S. M. e Rokkan, S., Cleavage Structures, Party Systems, and Voter Alignments , in Lipset, S. M. e Rokkan, S. (eds.), Party Systems and Voter Alignments. Cross National Perspectives, Glencoe, Free Press, 1967, p. 50.Google Scholar

30 Cfr. Mes idées politiques, Paris, Fayard, 1937, p. 167.Google Scholar

31 Non però di Galli. « Al di fuori dei momenti critici, e finché sembra sussistere un ordine materiale qualunque, il suffragio universale conserva tutto ciò che esiste, tutto ciò che tende a esistere », aggiunge Maurras (op. cit. , p. 168). Ed è proprio per questo che Galli ipotizza la crisi economica.Google Scholar

32 Ove per partiti anti-sistema si intendono formazioni che non accettano la legittimità democratica e che cambierebbero, se potessero, il regime.Google Scholar

33 Su questo argomento, e in particolare sulla cosiddetta « rivoluzione pacifica », cfr. il mio Temi e metodi in scienza politica, Firenze, Sansoni, 1971, pp. 7392, e la letteratura ivi richiamata.Google Scholar

34 Tarrow, S. G., Peasant Communism in Southern Italy, New Haven, Yale University Press, 1967, tr. it. Partito comunista e contadini nel Mezzogiorno, Torino, Einaudi, 1972, pp. 100–1.Google Scholar

35 Su questo punto, cfr. anche Cazzola, F., Consenso e opposizione nel Parlamento italiano. Il ruolo del PCI dalla I alla IV legislatura , in « Rivista Italiana di Scienza Politica », I (1972), p. 86.Google Scholar

36 Tarrow, S., op. cit. , p. 99.Google Scholar

37 Sartori, G., Tipologia dei sistemi di partito , in « Quaderni di sociologia », XVII (1968), pp. 218–9.Google Scholar

38 Tarrow, S., op. cit. , p. 102.Google Scholar

39 Ibidem, p. 100.Google Scholar

40 Ibidem, p. 99.Google Scholar

41 Ibidem.Google Scholar

42 Citato nel volume Un popolo al bivio, edito a cura del Comitato nazionale per il referendum sul divorzio, Roma, 1972, p. 88.Google Scholar

43 Galli, G., op. cit. , p. 195.Google Scholar

44 Ibidem, pp. 196 e 203.Google Scholar

45 Infatti, mentre i « fattori tradizionali e organizzativi connessi all'insediamento politico giovano alla DC, contengono l'influenza negativa che hanno sul voto democristiano le caratteristiche di una società in crescita » (ibidem, p. 195), per quanto riguarda il suffragio comunista « la tradizione e l'organizzazione del PCI hanno un ruolo decisivo non già per modificare la direzione di un voto orientato sociologicamente altrove, ma per rafforzare una tendenza in atto per quanto concerne alcune variabili importanti di una società in crescita, che indirizzano il voto piú verso la sinistra che verso la destra dello schieramento politico » (ibidem, p. 196).Google Scholar

46 Ibidem, p. 209.Google Scholar

47 Sul problema del « quale », cfr. Lombardo, A., Dal proporzionalismo intrapartitico al fazionismo eterodiretto , in « Rivista Italiana di Scienza Politica », II (1972), pp. 369381.Google Scholar

48 Lo strumento da me suggerito è una riforma elettorale che introduca il doppio turno in collegi uninominali: cfr. Sviluppo democratico e sistemi elettorali, Firenze, Sansoni, 1970, pp. 223249. A conti fatti, ritengo che una riforma del genere sia uno strumento a buon mercato, cioè idonea a una situazione non ancora « fuori misura ». In caso di peggioramento, si imporrebbero rimedi diversi, e piú cari, sia in termini deontologici sia in termini ontologici.Google Scholar