Un nuovo termine sta facendo irruzione nel nostro lessico politico corrente: secessione. E con esso, un nuovo fantasma s'aggira anche per l'Italia. Dopo e accanto alla questione settentrionale, al federalismo e al problema del senso di nazione, con la parola d'ordine «secessione» è ancora una volta la Lega a ridefinire l'arena del dibattito politico, introducendovi temi di riflessione inediti o trascurati nel nostro paese. Suo malgrado, essendo di altra natura i suoi intenti, il leghismo ci costringe ad affrontare importanti questioni politico-culturali. A dispetto del dubbio spessore della cultura politica della sua leadership, con le sue iniziative ad effetto, spregiudicate e talora preoccupanti, il leghismo sta certamente contribuendo ad un progressivo rifacimento del linguaggio politico di casa nostra. In particolare, con i proclami secessionisti del leghismo «padano» emerge ancora una volta la centralità della dimensione territoriale in politica. Siamo insomma di fronte ad un tipico problema di «politicizzazione del territorio». Ma siamo altresì collocati sul terreno della politica: della «politica della secessione».