Hostname: page-component-76fb5796d-wq484 Total loading time: 0 Render date: 2024-04-26T23:51:24.863Z Has data issue: false hasContentIssue false

LE TRASFORMAZIONI NELLA LEADERSHIP DEL PSI: LA DIREZIONE E I SUOI MEMBRI (1976-1984)

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

L'oggetto della presente ricerca è l'analisi del ruolo della Direzione e dei caratteri socio-politici dei suoi membri nell'arco di tempo che ha visto l'emergere, il rafforzamento e l'indubbio primato della leadership di Craxi prima all'interno del Partito Socialista Italiano (dal 1976) e, poi, all'interno del sistema politico nazionale come Presidente del Consiglio di un governo di coalizione (1983-1987).

Type
Ricerche
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 Tra gli ultimi studi sistematici condotti sul PSI, cfr. l'ottimo lavoro di Merkel, Wolfang, Prima e dopo Craxi. Le trasformazioni del PSI , Padova, Liviana Editrice 1987.Google Scholar

2 L'unico studio approfondito sulla leadership socialista (intesa anche come gruppo dirigente) è quello di Bettin, Gianfranco, PSI: la leadership degli Anni Ottanta , in «Città e Regione», IX (1983), n. 3, in cui le dimensioni empiriche della Direzione esaminate sono quelle della permanenza, del ricambio e della parlamentarizzazione. Purtroppo, i dati giungono solo fino al 1981. Per un quadro comparativo sulle dinamiche dei tre maggiori partiti — compreso il riferimento alle Direzioni — negli anni '70, cfr. Cazzola, Franco, Le difficili identità dei partiti di massa, in «Laboratorio Politico», II (1982), n. 5-6.Google Scholar

3 Per la classe parlamentare italiana dal dopoguerra agli anni '70 il rimando d'obbligo è allo studio di Cotta, Maurizio, Classe politica e Parlamento in Italia 1946-1976 , Bologna, Il Mulino, 1979. Cfr., inoltre Identikit della classe politica, «Biblioteca della Libertà» XVII (1980).Google Scholar

4 È quanto è stato fatto per la presente ricerca, giacchè presso la Direzione nazionale del PSI non è stato possibile attingere ad alcuna documentazione o archiviazione ordinata dei dati relativi alle direzioni succedutesi nel tempo.Google Scholar

5 Limitatamente al PSI, per i dati sugli iscritti sul periodo 1970-1979 cfr. Almanacco socialista 1980. «Il Compagno», n. 2 a cura della Sezione Propaganda della Direzione del PSI; per gli anni 1982 e 1983 vedi l'inserto pubblicato sull'«Avanti» dell'11 maggio 1983 in occasione del 43° Congresso di Verona; per i quadri il dibattito in I quadri del nuovo PSI: Quale formazione, Quaderni di Documentazione de «Il Compagno» a cura della Sezione Propaganda e Comunicazioni del PSI, 1982; per i parlamentari socialisti l'indagine compiuta da V. Spini e S. Mattana, comparsa in «Città e Regione», n. 6 — Dicembre 1981, dal titolo Il gruppo dirigente del PSI; per gli amministratori locali cfr. il Quaderno n. 1 del Circolo Rosselli di Firenze, 1980, che contiene un'indagine, riferita al 1979, che ha interessato oltre mille persone, vale a dire circa la metà di tutti i consiglieri regionali, provinciali e dei comuni con oltre 20.000 abitanti. Cfr. inoltre, Cazzola, F., Il PSI negli anni settanta: un lungo viaggio alla ricerca dell'identità perduta , in «Schema», 910, 1982.Google Scholar

6 Cavalli, L., Plebiscitary Democracy in the West: The Socialist Case in Italy , Working Papers del Centro di Sociologia Politica della Facoltà di Scienze Politiche «C. Alfieri», 1, Firenze 1984; per un inquadramento teorico più generale dello stesso autore cfr. Il capo carismatico. Per una sociologia weberiana della leadership, Bologna, Il Mulino, 1981, e da ultimo Potere oligarchico e potere personale nella democrazia moderna, in «Mondo Operaio», n. 4, aprile 1987; Bettin, G., Il PSI e il trend plebiscitario (1970-1981), Working Paper del Centro di Sociologia Politica, Facoltà di Scienze Politiche «C. Alfieri», 3, Firenze, 1984, PSI: la leadership degli anni Ottanta, in Città e Regione, IX (1983), n. 3, giugno, pp.80-107, numero dedicato interamente alle «leadership socialiste in Europa»; Panebianco, A., Tendenze carismatiche nelle società contemporanee, in «il Mulino», XXXII (1983), n. 288.Google Scholar

7 Questa prospettiva di riforma istituzionale è stata da ultimo esplicitata ufficialmente dai socialisti sotto forma di proposta dell'elezione popolare diretta del Capo dello Stato nel documento preparatorio del 44° Congresso del partito. Cfr. Orientamenti programmatici , in «Avanti», domenica 1/lunedì 2 febbraio 1987.Google Scholar

8 Sulle varie dimensioni organizzative del partito politico, cfr. Panebianco, A., Modelli di partito , Bologna, Il Mulino, 1982.Google Scholar

9 Sui problemi della rappresentanza politica italiana, in chiave critica, cfr. Pasquino, G., Restituire lo scettro al Principe. Proposta di riforma istituzionale , Bari, Laterza, 1985, specie i capp. I e II: pp. 27-76; e dello stesso autore, Rappresentanza della complessità e governabilità democratica, in «Democrazia e Diritto», n. 1-2 (1987).Google Scholar

10 Restano ancora valide le osservazioni in proposito di Elia, L., Forme di governo , in Enciclopedia del Diritto , vol. XX, Milano, Giuffrè, 1970; sul funzionamento del governo italiano cfr. Calandra, P., Il Governo della Repubblica, Bologna, Il Mulino, 1986; per un quadro critico aggiornato dei problemi del governo, anche sotto il profilo della leadership e della tendenza al rafforzamento degli esecutivi, cfr. Cotta, M., Governi , in Pasquino, G. (a cura di), Manuale di scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1986; sull'ascesa di Craxi alla Presidenza del Consiglio, cfr. Massari, O., Il PSI dopo il 26 giugno: dalla governabilità alla leadership del governo, in «Laboratorio Politico», n. 2-2 (1983).Google Scholar

11 Argomentate considerazioni in merito svolge Merkel, W., op. cit. , p. 110: «Nella nostra analisi non abbiamo messo in dubbio che Craxi sia l'indiscusso leader del partito. Il suo spazio d'azione è molto più ampio di quello dei suoi predecessori e dei segretari nazionali della DC e del PCI, che sono molto più legati a forme di direzione collettiva. Tuttavia, il potere di Craxi non è assoluto e non poggia su di un carisma in senso stretto».Google Scholar

12 La felice espressione è di Benzoni, A., La rivoluzione culturale del partito socialista , in «il Mulino», XXXIII (1983), p. 444.Google Scholar

13 Sulla questione del modello di partito, cfr. le relazioni di Amato, G., Pasquino, G. e Tamburrano, G. tenute al convegno Proposte per un partito aperto, svoltosi a Roma, per iniziativa del circolo culturale «Mondo Operaio» e del «Club Rosselli» il 5 e 6 marzo 1981, pubblicate in «Mondo Operaio» n. 3, marzo 1981, con il titolo rispettivamente di La crisi dei partiti, Modelli di partito del socialismo europeo e Proposte per un partito aperto, pp. 89-108. Cfr. inoltre Carbone, G., Il difficile modello di un partito secondo , in «il Mulino», XXXI (1982), pp. 339350.Google Scholar

14 Per il nuovo ruolo del PSI nel sistema politico, cfr. Baldassarre, A., Dall'alternativa alla centralità socialista: il PSI nel sistema dei partiti , in AA.VV., Partiti, sindacati e sistema politico italiano , Milano, Angeli, 1981.Google Scholar

15 Sul ruolo e il potere delle correnti nel PSI craxiano, cfr. Merkel, W., Prima e dopo Craxi , cit., pp. 113148.Google Scholar

16 Il problema della classe politica è sempre più avvertito all'interno del partito come questione cruciale, anche sotto il profilo morale, per un riequilibrio della sproporzione tra potere esercitato e consenso elettorale ricevuto. Una documentazione di tale divario, in parte giustificato e in parte problematizzato, è contenuta nell'introduzione di Covatta, L. a Potere e Consenso. L'organizzazione dei Partiti socialisti in Italia e in Europa , «il Compagno», «Quaderni di politica», anno III, n. 6, giugno 1984.Google Scholar

17 Ha richiamato recentemente le difficoltà legate alla definizione della tipologia del partito socialista Zolo, D., Un nuovo idealtipo del potere , in «Micromega», n. 3, 1986, pp. 9396. La tesi dell'A. è che «l'idealtipo della leadership craxiana … richiede una profonda revisione degli schemi classici della sociologia del potere» (p. 95). La direzione auspicata di questa istanza di revisione è quella di Luhmann: «Se è valida l'ipotesi secondo la quale le società complesse — post-industriali, informatiche, multimediali ecc. — sono caratterizzate da una diffusa “crisi inflattiva” del potere, allora disponiamo almeno di un indizio per tentare di capire le ragioni del successo di una leadership che non è né tradizionale, né carismatica, né democratica che resta cioè incomprensibile alla stregua della teoria classica, weberiana, del potere» (pp. 95-96).Google Scholar

18 Cfr. l'intervento di Nenni, P. riportato nell'«Avanti» del 7 aprile 1978.Google Scholar

19 Nel Comitato Centrale del 3 ottobre 1980, Craxi formalizza la proposta di ampliare la Direzione a 36 membri, presentando per la sua corrente una lista di 24 candidati e concedendo alle minoranze solo 1/3 dei membri della Direzione. Il meccanismo proposto da Craxi suscita aspre critiche. Ci fu chi parlò di attuazione di una «legge-truffa» nel partito (Menchinelli). Riccardo Lombardi criticò il segretario per la violazione della democrazia interna, parlando di «protagonismo eccessivo» e di «fatti compiuti», cfr. «Avanti» del 5 e 6 ottobre 1980. L'ampliamento della Direzione fu quindi deciso e attuato dall'alto, dal segretario in persona e aveva il chiaro scopo di rafforzarne il potere, con l'inclusione di 10 nuovi dirigenti craxiani (Gangi, La Ganga, Babbini, Dell'Unto, Campa, Cassola, Acquaviva, Monesi, Marzo, Tamburrano).Google Scholar

20 Tuttavia, , al 44° Congresso del PSI svoltosi a Rimini dal 31 marzo al 5 aprile 1987, è stato introdotto il voto segreto per l'elezione del segretario. Su 1117 delegati che hanno preso parte al voto (su 1155 aventi diritto), 1041 pari al 93,25% dei votanti, hanno riconfermato Craxi come segretario. La votazione a scrutinio segreto testimonia, da una parte, che il Congresso di Rimini ha tenuto conto delle critiche mosse a suo tempo all'elezione per acclamazione di Craxi nel Congresso di Verona (critiche di cui si fece autorevole interprete M. Bobbio), e, dall'altra, che Craxi, al di là del metodo di elezione, riscuote un consenso autentico e pressocchè unanime nel partito. La sua leadership è veramente senza alternative nel partito. Per i dati dell'elezione di Craxi al Congresso di Verona, cfr. il resoconto riportato dall'«Avanti», del 7.4.1987.Google Scholar

21 Sull'importanza e incidenza della fase storica iniziale per l'evoluzione futura del partito politico insiste giustamente Panebianco, A.: «Il modo in cui le carte si distribuiscono nonchè gli esiti delle diverse partite che si svolgono nella fase genetica di una organizzazione e nei momenti immediatamente successivi, continuano in moltissimi casi a condizionare la vita dell'organizzazione a distanza di decenni … gli esiti delle prime “partite” … le scelte politiche operate dai padri fondatori, le modalità dei primi conflitti per il controllo organizzativo e il modo in cui l'organizzazione si consolida, lasceranno un'impronta indelebile», in Modelli di partito , cit., pp. 1213.Google Scholar

22 Purtroppo l'ultima Direzione considerata risale a quella eletta al Congresso di Verona del 1984, poichè — pur ultimando questo studio nel luglio 1987 — la nuova Direzione, a distanza di 3 mesi dal 44° Congresso di Rimini (31 marzo − 5 aprile 1987), non è stata ancora rieletta dall'Assemblea Nazionale. Le notizie trapelate alla data attuale testimoniano di un'incertezza circa l'assetto da dare agli organi direzionali di vertice.Google Scholar

23 Cfr. «Avanti» del 15 luglio 1976.Google Scholar

24 I dati della DC e del PCI sono stati desunti dalle ricerche di Manconi, L., La leadership centrale democristiana 1973-1986. Un modello di poliarchia imperfetta e Carrieri, di M., Il gruppo dirigente comunista tra il 1975 e il 1986 , ambedue in corso di pubblicazione.Google Scholar

25 M. Cotta imputa all'eterogeneità politico-organizzativa e generazionale del nucleo dirigente socialista, negli anni di formazione del sistema partitico italiano, una delle cause principali della debole istituzionalizzazione del partito: «Forse il PSI è il partito per il quale pesa di più in questa fase la varietà delle componenti che concorrono alla ricostruzione della sua dirigenza politica», in Classe politica e Parlamento in Italia , cit., p. 79. L'A. mette ancora in risalto come l'età media della dirigenza socialista fosse, in quella fase, più alta di quella del PCI e come nella prima, a differenza della seconda, fossero presenti ben tre generazioni di socialisti.Google Scholar

26 Le elezioni politiche del giugno 1987 hanno segnato per il PSI, tuttavia, un'inversione del trend elettorale: la crescita del partito è avvenuta soprattutto al Nord, registrando una stasi al Sud.Google Scholar

27 Affaccia l'ipotesi dell'ascesa di un gruppo «parentale-avellinese» all'interno della struttura di potere della DC con la segreteria di De Mita, cfr. Manconi, , op. cit. Google Scholar

28 Per l'uso di queste categorie tipologiche, cfr. Panebianco, A., Modelli di partito , specie cap. IX, pp. 297332.Google Scholar