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DALL'UNIFICAZIONE ALLA SCISSIONE SOCIALISTA (1966–69)

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

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Introduzione

Pochi anni orsono, Galli e Prandi scrivevano che l'unificazione socialista rappresentava una fase di razionalizzazione del sistema politico italiano. Non solo la riunificazione tra PSI e PSDI poteva costituire un fattore di semplificazione per il sottosistema partitico (di cui riduceva l'estremo pluralismo), e introdurre quindi un elemento di chiarezza per l'elettorato, al quale evidenziava le alternative possibili tra cui scegliere, ma sembrava finalmente emergere un interlocutore dal notevole peso contrattuale, cui si attribuiva la facoltà di contrastare il ventennale predominio democristiano, responsabile per tanti aspetti dell'immobilismo politico. Ancora, nei progetti socialisti si poteva cogliere un disegno strategico — certo ottimista — ma carico di possibili conseguenze innovatrici. Il formarsi di un forte partito socialista avrebbe potuto portare al superamento di uno dei principali difetti — se non del maggiore — del sistema partitico italiano: l'assenza di un meccanismo di premi e punizioni.

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References

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2 L'analisi del sistema partitico italiano è acutamente svolta da Sartori, G. in piú opere: Partiti e sistemi di partito , Firenze, Editrice Universitaria, 1965; European Political Parties: the Case of Polarized Pluralism , in La Palombara, J. e Weiner, M., (eds.), Political Parties and Political Development, Princeton, Princeton University Press, 1966, pp. 137–76; Bipartitismo imperfetto o pluralismo polarizzato?, in ≪ Tempi Moderni ≫, X (1967), n. 31, pp. 4–34; Tipologia dei sistemi di partito, in ≪ Quaderni di Sociologia ≫, XVII (1968), pp. 187–217.Google Scholar
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6 Ibidem , p. 699.Google Scholar
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8 Nello stesso senso, vedi: Pasquino, G., Le radici del frazionismo e il voto di preferenza , in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1972), pp. 353–68; Zincone, G., Accesso autonomo alle risorse: le determinanti del frazionismo, in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1972), pp. 139–60.Google Scholar
9 Per una storia documentata del socialismo nel dopoguerra, vedi i due volumi a cura di Benzoni, A. e Tedesco, V., Il movimento socialista nel dopoguerra (I), Documenti del socialismo italiano (II), Padova, Marsilio, 1968; per un'analisi approfondita delle frazioni socialiste fra il 1956 e 1961, si veda Zariski, R., The Italian Socialist Party: A Case Study in Factional Conflict, in ≪ American Political Science Review ≫, LVI (1962), pp. 372–90; per un'analisi empirica del partito e delle frazioni socialiste fino al 1963, in una federazione di provincia retta dalla corrente di sinistra, si veda Barnes, S.H., Party Democracy: Politics in an Italian Socialist Federation, New Haven, Yale University Press, 1967.Google Scholar
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11 Vedi il Libro Bianco di Lombardi, R., in Fatti e document , Roma, 1963.Google Scholar
12 Quest'affermazione incisiva di P. Nenni è riportata anche in Tamburrano, G., Storia e cronaca del centro-sinistra , Milano, Feltrinelli, 1971, p. 320.Google Scholar
13 Sul punto, si veda la Lettera ai compagni , elaborata da Nenni, P. in occasione del 36° Congresso del PSI, 1965.Google Scholar
14 Al proposito, si veda l'interessante volume di Forbice, A. e Favero, P., prefazione di Mosca, G., I socialisti e il sindacato , Milano, Palazzi, 1968.Google Scholar
15 Sui modelli spaziali negli schieramenti partitici, vedi Sartori, G., Modelli spaziali di competizione partitica , in ≪ Rassegna Italiana di Sociologia ≫, VI (1965), pp. 729.Google Scholar
16 Sartori, G., Alla ricerca della sociologia politica , in ≪ Rassegna Italiana di Sociologia ≫, IX (1968), p. 631.Google Scholar
17 Passigli, S., Proporzionalismo, frazionismo e crisi dei partiti: quid prior? , in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1972), p. 129.Google Scholar
18 Per una illustrazione del concetto di sistema extra-legale di soluzione dei conflitti, vedi Crozier, M., Le phénomène bureaucratique , Paris, Seuil, 1963, trad. it., Il fenomeno burocratico, Milano, Etas Kompass, 1969, pp. 282–87.Google Scholar
19 Oltre all'articolo citato, si veda Cazzola, F., Il partito come organizzazione. Studio di un caso: il PSI , Roma, Edizioni del Tritone, 1970.Google Scholar
20 Spreafico, A. e Cazzola, F., op. cit. , p. 704.Google Scholar
21 D'Amato, L., Il voto di preferenza in Italia (1946–1963), Milano, Giuffrè, 1964.Google Scholar
22 Per quanto riguarda gli iscritti al PSDI, i dati reperiti concernono il 1962 (139.722) e il 1965 (200.000, arrotondato per eccesso) (cfr. Annuario Politico Italiano , Milano, Comunità, 1964 e 1966), mentre per il PSI esistono dati ufficiali per tutto il periodo 1962–65: 1962 (491.216), 1963 (491.676), 1964 (446.250), 1965 (437.458).Google Scholar
23 Landolfi, A., Il socialismo italiano , Roma, Lerici, 1968, p. 172.Google Scholar
24 Giuseppe Mammarella, certo non imputabile di parzialità sul punto, scrive che, al momento dell'unificazione, l'apparato organizzativo del PSI risulta abbastanza solido, mentre quello del PSDI è ≪ debole e di dimensioni ridottissime ≫ (cfr. Mammarella, G., L'Italia dopo il fascismo , Bologna, Il Mulino, 1970, p. 371).Google Scholar
25 Un'attenuante alla sconfitta di Rinnovamento può essere rinvenuta nella parziale dispersione dei socialdemocratici al momento dell'unificazione; ma va ricordato che solo una parte della minoranza del vecchio PSDI, facente capo a Preti e ad Ariosto, confluisce in correnti diverse da Rinnovamento; in piú, gli amici di Preti e di Ariosto non si sentono affatto garantiti nelle nuove posizioni, tanto è vero che al momento della scissione seguono Tanassi.Google Scholar
26 Ventisette funzioni riferibili ai partiti politici sono individuate da Sartori nel saggio, G., Concept Misformation in Comparative Politics , in ≪ American Political Science Review ≫, LXIV (1970), pp. 1048–9; riguardo ai tipi di partito, vedi Sartori, G., Partiti e sistemi di partito, cit., pp. 38–57.Google Scholar
27 Secondo il sondaggio effettuato da Barnes e Pierce nel 1967–68, ≪ gli alleati principali dei democristiani, i seguaci del maggiore dei partiti socialisti italiani (PSI-PSDI), hanno sull'argomento (della politica estera) delle vedute che sono piú legate a quelle dei democristiani che a quelle dei comunisti ≫, (Barnes, S.H. e Pierce, R., Le preferenze politiche in Italia e in Francia , in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1972), p. 347).Google Scholar
28 Il motto cui ci riferiamo dice: ≪ I governi cambiano, ma le burocrazie rimangono ≫; ha contribuito a renderlo famoso A. Diamant nel saggio, The Relevance of Comparative Politics to the Study of Comparative Administration , in Raphaeli, N., (ed.), Readings in Comparative Public Administration , Boston, Allyn and Bacon, 1969, pp. 2545.Google Scholar
29 Riguardo agli interessi dei professionisti e delle burocrazie di partito, rimane impeccabile l'opera di Michels, R., Zur Soziologie des Parteiwesens in der modernen Demokratie , Leipzig, 1912, trad. it., La sociologia del partito politico nella democrazia moderna, Bologna, Il Mulino, 1966.Google Scholar
30 Nello stesso senso, vedi: La Rocca, F., Il difficile settennato di Saragat , in ≪ Il Mulino ≫, XX (1971), pp. 9981014; e Indrio, U., La presidenza Saragat, Milano, 1971, p. 184.Google Scholar