Quasi tutti gli storici riportano la fondazione del Regnum Siciliae alla bolla dell'antipapa Anacleto II, emanata a Benevento il 27 settembre 1130. Benché la bolla sia a noi pervenuta soltanto nella redazione di una raccolta di manoscritti vaticani del secolo XIV, non vi è motivo di dubitare della sua autenticità, tanto più che di essa si ha notizia anche dalla cronaca coeva di Falcone di Benevento. La concessione, la donazione e l'autorizzazione da parte di Anacleto a Ruggero II del Regno di Sicilia, di Calabria e di Puglia (elevazione a Regno di territori già appartenenti alia famiglia degli Altavilla e prima distinti nel ducato di Puglia, con l'annesso principato di Salerno, e nella contea di Calabria e Sicilia), nonché del Principato di Capua, dell'Honor di Napoli e dell'auxilium degli uomini di Benevento, con l'esplicita menzione della Sicilia come capitale del Regno, sanciscono la dipendenza vassallatica del nuovo re e dei suoi successori dalla Chiesa di Roma, ai cui pontefici essi son dovuti a prestare omaggio e a giurare fedeltà, con l'obbligo inoltre di pagare ogni anno 600 schifati.