Quante dimensioni sono necessarie per rappresentare le posizioni dei partiti italiani nello spazio elettorale? La classica rappresentazione dei partiti lungo un unico continuum, il cosiddetto asse sinistra-destra, è ancora attuale? E se non lo è, quali sono le dimensioni oggi pertinenti?
Negli ultimi cinquant'anni il problema della unidimensionalità dello spazio elettorale ha sempre avuto un certo rilievo perché, dopo gli studi pionieristici di Black, Arrow e Coombs sul rapporto fra preferenze individuali e regole di scelta sociale, l'assunto di unidimensionalità è diventato, per così dire, il certificato di garanzia dei sistemi democratici. Solo assumendo uno spazio elettorale unidimensionale l'adozione della regola della maggioranza non incappa nel «paradosso del voto» su cui per primi, verso la fine del ‘700, avevano attirato l'attenzione Jean-Charles de Borda (1781) e il Marchese di Condorcet (1785).