Warmundo, vescovo di Ivrea nella seconda metà del X secolo, è conosciuto per i suoi ampi successi come patrono dell'architettura e del volume illustrato. Fu anche poeta. Questo articolo si focalizza sull'ultimo periodo della vita di Warmundo, quando ha fornito nuovi libri liturgici per la sua cattedrale. Le illustrazioni che scelse per il suo Sacramentario rivelano che in vecchiaia la sua attenzione era rivolta alia morte, sia del semplice Cristiano sia dei martiri della fede. Due serie di miniature dal Sacramentario sono senza un confronto tra i manoscritti del suo tempo sopravvissuti. Un gruppo di dieci miniature illustra, in sequenza, le preghiere liturgiche da usare nella malattia e nella morte, mentre un'unica serie di tre miniature a piena pagina accompagna il testo per il giorno di Tutti i Santi e dipinge la sofferenza dei martiri con dettaglio grafico. lo esamino le possibili fonti per queste immagini nei manoscritti e nell'arte monumentale, e anche nella lerteratura, in particolare nel Liber Peristephanon di Prudentio. Possibili influenze sulla scelta dell'immaginario di Warmundo comprendono la sua età avanzata, il clima politico scombussolato e pericoloso dei suoi giorni e l'approccio al regno millenario, con associate le sue paure che la fine del mondo fosse vicina. Tutti questi fattori sono esaminati nel contesto delle illustrazioni che egli sceglie per i suoi manoscritti. I suoi interessi, come dimostrato in queste illustrazioni, possono ben essere stati condivisi con altri vescovi della sua era meno ben documentati, il cui lavoro non è sopravvissuto.