Villam praeterea extruxit in via Clodia famosissimam, in qua per multos dies et ipse ingenti luxuria debacchatus est cum libertis suis et amicis Paridis, quorum praesentia<e> <n>ulla inerat reverentia, et Marcus rogavit, qui venit, ut fratri venerabilem morum suorum et imitandam ostenderet sanctitudinem, et quinque diebus in eadem villa residens cognitionibus continuis operam dedit, aut convivante fratre aut convivia comparante. (HA Verus 8.8, ed. Hohl [Lipsiae 1955] 80–81)
Con queste parole il biografo della vita di Lucio Vero, nella Historia Augusta, documenta la presenza di una dimora di notevoli proporzioni e magnifico aspeto fata costruire dall’imperatore, coreggente con il fratello Marco Aurelio tra il 161 e il 169, sul tracciato della via Clodia/Cassia nel II sec. d.C. (fig. 1). Non sono molti i luoghi che, lungo la strada consolare, possono essere a ragione inseriti nelle proprietà imperiali per imponenza delle struture e ricchezza dei reperti custoditi; così i resti da sempre visibili al V miglio della strada, in località Acquatraversa, su una modesta altura che domina la valle (89 m s.l.m. è il punto più alto a nord-ovest), sono ormai riconosciuti in modo unanime dagli studiosi come appartenenti al complesso di proprietà imperiale.