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AUTONOMIA DELLA SCIENZA POLITICA: LIMITI E PROSPETTIVE

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Domenico Fisichella*
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Introduzione

Se si accoglie la distinzione tracciata alcuni anni fa da Pietro Piovani tra ≪ storia delle dottrine ≫ e ≪ storia delle idee ≫; se si conviene, cioè, che la prima finisca per risolversi in ≪ storia di opinioni scolastiche o prammatiche al servizio di questa o quella forza storica ≫ mentre la storia delle idee — in quanto tesa a esplorare un materiale duttile e mobile che per sua natura rifiuta di vestire i panni canonici delle tesi precostituite — presenta un carattere aperto e per ciò stesso problematico; se ciò vale, non v'è dubbio che i due ampi volumi, testé usciti, della Storia delle idee politiche, economiche e sociali diretta da Luigi Firpo, vadano ascritti a questa seconda classe storiografica, e per motivi che vanno ben oltre la mera (seppure significativa) consonanza onomastica.

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Note
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References

1 Cfr. Filosofia e storia delle idee, Bari, Laterza, 1965, p. 307.Google Scholar
2 Edita dalla UTET, Torino, 1972 e seguenti.Google Scholar
3 Il piano completo è il seguente: vol. I, L'antichità classica; vol. II, Ebraismo e Cristianesimo - Il Medioevo; vol. III, Umanesimo e Rinascimento; vol. IV, L'età moderna; vol. V, L'età della Rivoluzione industriale; vol. VI, Il secolo ventesimo; vol. VII, Gli strumenti storiografici. Google Scholar
4 Cfr. Croce, Benedetto, Teoria e storia della storiografia, Bari, Laterza, 1954 7 , p. 5.Google Scholar
5 Va da sé che il precetto della storia come presente non è privo di rischi, primo fra tutti il rischio di piegare l'indagine storiografica alle suggestioni delle mode contingenti. Cosa che, ove si verifichi, non può che appannare la distinzione tra storia delle idee e storia delle opinioni al servizio di questa o quella forza politica, riducendo la prima al rango della seconda. E mi pare che il contributo di Mario Giovana su I totalitarismi, pubblicato nel sesto volume della Storia diretta da Firpo, non si sottragga a tale serio inconveniente. In esso, infatti, obbedendo evidentemente alla ≪ moda conciliare ≫ oggi tanto diffusa in Italia, vengono ricompresi sotto l'etichetta di totalitarismo soltanto il nazionalsocialismo, il fascismo e i movimenti da questi derivati, direttamente o indirettamente. Si incorre perciò da una parte in un eccesso di zelo, poiché la collocazione del fascismo è sotto questo profilo incerta, trattandosi piú di un fenomeno autoritario che di un fenomeno totalitario. D'altra parte, si incorre in un ben piú grave peccato di omissione, poiché si trascura di includere tra i regimi totalitari il bolscevismo sovietico, il comunismo cinese, e derivati.Google Scholar
6 Cfr. La scienza politica , in Storia diretta da Firpo, vol. VI, p. 696.Google Scholar
7 Pasquino, Gianfranco, Prefazione all'edizione italiana di Charlesworth, James C. (a cura di), Teorie e metodi in scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1971, p. 12.Google Scholar
8 Cfr. Oeuvres Choisies de Claude Henri de Saint-Simon précédées d'un essai sur sa doctrine (quest'ultimo di Charles Lemonnier), Bruxelles, Van Meenen, 1859, vol. II, p. 21.Google Scholar
9 Cfr. Méthodes de la science politique, Paris, PUF, 1959, p. vi.Google Scholar
10 Cfr. Prospettive d'analisi in scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1972, p. 138.Google Scholar
11 Cfr. Apologia della storia, Torino, Einaudi, 1969, p. 30.Google Scholar
12 Cfr. Bobbio, Norberto, Considerazioni sulla filosofia politica , in ≪ Rivista Italiana di Scienza Politica ≫, II (1971), pp. 366 ss., e Alessandro Passerin d'Entrèves, La filosofia della politica, in Storia diretta da Firpo, vol. VI, pp. 587–594.Google Scholar
13 Cfr. I diversi approcci nello studio della politica e delle istituzioni di governo, in Charlesworth, op. cit. , p. 37.Google Scholar
14 Cfr. Young, , op. cit. , p. 46.Google Scholar
15 Cfr. Political Science , in International Encyclopedia of the Social Sciences, New York, Macmillan-Free Press, 1968, vol. XII, pp. 282297. Per l'evoluzione della nozione di politica nel pensiero di Easton, cfr. Urbani, Giuliano, L'analisi del sistema politico, Bologna, Il Mulino, 1971, pp. 209 ss.Google Scholar
16 Pasquino, , op. cit. , p. 27.Google Scholar
17 Cfr. A Systems Analysis of Political Life, New York, Wiley, 1965, p. 9.Google Scholar
18 Ivi, p. 249.Google Scholar
19 d'Entrèves, Passerin, op. cit., p. 595. Google Scholar
20 Ivi, pp. 595596.Google Scholar
21 Cfr. op. cit. , pp. 376379.Google Scholar
22 Cfr. op. cit. , p. 702.Google Scholar
23 Secondo le due dizioni, una tradizionale una piú recente, di Carl Schmitt. Cfr. Le categorie del politico, Bologna, Il Mulino, 1972, spec. pp. 89165.Google Scholar
24 E non è poco, visto che ≪ il modo piú fruttuoso di affrontare la crisi di identità della politica non è di chiedersi in che cosa il comportamento dell'animale politico si differenzi da quello dell'animale sociale ed economico: è di chiedersi come si siano andate differenziando e organizzando, strutturalmente, le collettività umane ≫: Sartori, , op. cit. , p. 677. Aggiungo qui, se ve ne fosse bisogno, che per rispondere al quesito è altresí di grande rilievo il contributo della analisi giuridica.Google Scholar
25 Come del resto è stato colto dai politologi piú avvertiti. ≪ Nel suo interesse ad analizzare ciò che è, lo scienziato politico comportamentista ha trovato difficile fare un uso sistematico di ciò che è stato; cioè, la storia… Malgrado dinieghi e intenzioni contrarie, su questo punto mi sembra ci siano pochi dubbi sul fatto che l'attuale contenuto di quasi tutti gli studi che rispecchiano la corrente comportamentista sia di carattere astorico ≫; cosí Dahl, R. A., L'approccio comportamentista nella scienza politica , in Sartori, (a cura di), Antologia di scienza politica, Bologna, Il Mulino, 1970, pp. 7172. E, sempre a proposito di ciò che è e ciò che è stato, vorrei ricordare il biasimo di Auguste Comte nei confronti di certe correnti innovatrici della cultura politica e metodologica del suo tempo, portatrici di uno spirito astorico che ≪ suppose toujours une société sans ancêtres, même en s'occupant surtout des descendants ≫: Système de politique positive (1851–54), Paris, Grès, 1912, vol. I, p. 160.Google Scholar
26 È questo, nella sua accezione scarnificata e perciò ≪ pura ≫, il senso che Bertrand de Jouvenel attribuisce, ancora oggi, alla attività politica. Cfr. Ce qu'est la politique pure , in AA.VV., L'idée de philosophie politique, Paris, PUF, 1965, spec. p. 28.Google Scholar
27 Cfr. Cotta, Sergio, Filosofia della politica e filosofia del diritto , in AA.VV., Tradizione e novità della filosofia della politica, Bari, Laterza, 1970, p. 78.Google Scholar
28 Antonio Labriola ha scritto di Saint-Simon che egli ≪ capovolse la inter pretazione della storia dal diritto all'economia ≫: cfr. In memoria del Manifesto dei Comunisti , in Gerratana, Valentino e Guerra, Augusto (a cura di), Saggi sul materialismo storico, Roma, Editori Riuniti, 1964, p. 29. E si sa che, su diversi versanti, il positivismo comtiano e il materialismo marxiano non hanno davvero dimostrato simpatia nei confronti della logica giuridica, giudicata metafisica e borghese.Google Scholar
29 Anche se non si esaurisce in tale operazione. Ma le successive riusciranno tanto meglio quanto piú la prima sarà stata ben condotta.Google Scholar
30 Sartori, Cosí, op. cit. , p. 697.Google Scholar
31 Cfr. Young, , op. cit., p. 25. Google Scholar
32 È il punto di vista di Sartori, , op. cit. , p. 703.Google Scholar
33 Del resto già Auguste Comte avvertiva — sia pure nella sua particolare prospettiva — che la scienza ≪ se compose essentiellement de lois, et non de faits, quoque ceux-ci soient indispensables à leur établissement et à leur sanction ≫: Cours de philosophie positive (1830–1842), Paris, Schleicher Frères, 1908, vol. VI, p. 425.Google Scholar
34 Cfr. Saggio sull'uomo, Milano, Longanesi, 1948, pp. 212213.Google Scholar
35 D'altra parte, la ricerca storiografica trarrebbe non poco giovamento dalla collaborazione con la scienza politica, i cui quesiti le aprirebbero prospettive di analisi originali e finora non molto assecondate.Google Scholar
36 Su tali interne distinzioni, e in particolare sulla funzione almeno per certi aspetti diversa che storiografia e scienze sociali attribuiscono al sapere nomologico, cfr. Weber, Max, Il metodo delle scienze storico-sociali, a cura di Rossi, Pietro, Torino, Einaudi, 1966, spec. pp. 2636 e 239–307.Google Scholar