Hostname: page-component-8448b6f56d-dnltx Total loading time: 0 Render date: 2024-04-24T01:10:22.927Z Has data issue: false hasContentIssue false

PARTECIPAZIONE AI SINDACATI E AI PARTITI IN GERMANIA OCCIDENTALE E IN ITALIA

Published online by Cambridge University Press:  14 June 2016

Get access

Introduzione

Uno dei legami piú promettenti tra ricerca micro-politica e ricerca macro-politica è rappresentato dallo studio degli atteggiamenti e delle esperienze di vita delle élites politiche e, in particolare, degli aderenti ai maggiori partiti politici. I partiti sono la struttura phú capillare dei sistemi politici moderni per la formazione dell'élite e dell'opinione. La loro sfera di influenza va dal proverbiale piccolo «uomo della strada» fino alle élites governanti con potere decisionale. Essi permettono Cosí di studiare tanto i processi di socializzazione e reclutamento di élite quanto quelli della formazione dell'opinione pubblica. Inoltre, i partiti dell'Europa continentale rivestono maggior fascino per lo studioso di partiti poiché sono stati oggetto di buone ricerche comparate riguardanti un notevole arco di tempo, di modo che si possono tranquillamente applicare tecniche di sondaggio sulla base di una vasta quantità di fatti e circostanze già noti. In phú, per la mentalità anglo-americana, essi posseggono una particolare caratteristica di esclusivismo di setta, nonostante il. reclutamento aperto, che Max Weber considerò come uno dei loro caratteri distintivi. Inoltre, fino a poco tempo fa, erano dotati di sfumature quasi-religiose che hanno spinto molti osservatori a chiamarli « cappelle », «sette» 0 «chiese sostitutive», a prova eli un relativo ritardo nella secolarizzazione delle societ` di cui fanno parte. E sono anche stati portati a conservare parte dell'atteggiamento di sofferenza, cospirazione e attivit` sotterranea ereditato dal loro non remoto passato di autocrazia autoritaria, con il suo seguito totalitario, specialmente in Italia e in Germania.

Il presente esame di alcuni modelli di socializzazione e di reclutamento tra i socialisti e i democristiani italiani e tedeschi occidentali fa parte di uno studio piú vasto, centrato sugli atteggiamenti ideologici degli iscritti ai partiti; è nato dal desiderio di trovare campioni comparabili di iscritti ai partiti in questi due paesi piuttosto diversi tra loro, per potere poi sottoporre a controllo le ipotesi generali sulle ideologie politiche, sugli atteggiamenti e sulle esperienze di socializzazione. Le limitazioni di comparabilità, ambito e finanziamento naturalmente portarono a problemi insiti quali il fatto che il PSU non è affatto tanto inclusivo quanto la SPD che non deve dividere il voto della classe operaia con un vasto partito comunista. Questi problemi si tradussero inoltre, come vedremo, in divergenze occasionali tra le indagini condotte nei due paesi, che ebbero lati sia positivi che negativi. Da un lato, queste divergenze resero possibile un esame alquanto approfondito di alcune caratteristiche divergenti in entrambi i paesi, un procedimento che ci porta molto avanti nel soddisfare alcune legittime obiezioni mosse alla ricerca fra culture diverse, e dall’altro hanno, in alcuni rispetti, inevitabilmente ridotto l’area di una comparazione in senso stretto.

La parte italiana dell'inchiesta è stata effettuata poco dopo le elezioni parlamentari del 1968, dalla DOXA di Milano. Non si è potuto estrapolare un campione casuale date le cattive condizioni degli archivi dei partiti italiani e poiché si dimostrò problematico riuscire ad ottenere la collaborazione dei partiti nel bel mezzo di una campagna elettorale di vaste dimensioni. Al contrario, si scelse un campione geografico in base ad un elenco di iscritti ai partiti, già conosciuti precedentemente, intervistati dalla DOXA in questo modo: 30 membri DC e 32 PSU dalle tre province della zona industriale nord-occidentale; 9 DC e 8 PSU dalla zona agricola nord-orientale; 21 DC e 36 PSU dall’Italia centrale; 25 DC e 24 PSU dal Sud; e 17 DC e 13 PSU da Sicilia e Sardegna — nell’insieme 102 DC e 113 PSU. Il punto debole piú evidente del campione usato è rappresentato dalla sua composizione di elementi con un livello di istruzione molto piú alto di quello che si può ritrovare in entrambi i partiti.

La parte tedesca dell’indagine fu effettuata dalla INFAS di Bad Godesberg un mese prima delle elezioni del 1969. Poiché i costi relativi all’effettuazione di un’indagine nella Germania occidentale si rivelarono alquanto onerosi, si raggiunse un accordo di scambio con il Dottor Nils Diederich di Berlino che aveva appena completato una indagine, con lo stesso istituto, riguardante 1046 iscritti ai partiti in tre stati centrali. In cambio dei dati della indagine, il Dr. Diederich ci autorizzò a trarre dai suoi elenchi un campione casuale formato da 100 intervistati della CDU e 100 della SPD per una nuova intervista, e inoltre forní i dati rilevanti che si sovrapponevano nel suo questionario e nel nostro. Il totale delle interviste completate fu di 53 CDU e 34 SPD dalla Bassa Sassonia, 17 CDU e 21 SPD dalla Westfalia Nord Renana e 30 CDU e 45 SPD dallo Hesse. Nonostante si possa considerare ben equilibrata questa scelta, la mancanza di una adeguata ripartizione geografica costituisce un punto debole del campione.

Per descrivere alcune delle caratteristiche fondamentali dei due campioni, li abbiamo affiancati sulla base delle dimensioni del comune e dell’occupazione (Tabelle 1a e 1b). Piú di un quarto del campione tedesco vive in comuni con meno di 2.000 abitanti e piú di metà in comuni con 10.000 abitanti o meno, in forte contrasto con il campione italiano. Alcune delle classificazioni usate nei due paesi non coincidono fra di loro ma sembra che si sia mantenuto un buon equilibrio. Nonostante il campione tedesco, per esempio, non comprenda dei coltivatori, esso comprende non meno di 21 persone occupate nell'« agricoltura, miniere e foreste ». Allo stesso modo, la mancanza di un elenco di pensionati nel campione italiano non denota affatto la mancanza di persone in pensione. D'altra parte, si dovrebbe notare il vasto numero di insegnanti e studenti italiani e di « colletti bianchi » tedeschi.

Una comparazione basata sull'età (Tabella 1c) dimostra che il campione italiano è meglio distribuito lungo l'arco dei gruppi d'età, specialmente per quel che riguarda i gruppi piú giovani. Il campione tedesco è raggruppato in gran misura nell'arco di età tra i 35 e i 49 anni, molto di piú che nel piú vasto campione di Diederich (che comprende solo un 33,6% in questo gruppo di età e il 16,6% al di sopra dei 65 anni). Ad ogni modo, sia il nostro campione che quello di Diederich riflettono il fatto che la generazione piú giovane della Germania occidentale si è tenuta sostanzialmente piú in disparte dai partiti maggiori di quanto abbia fatto la sua controparte italiana.

Type
RICERCHE
Copyright
Copyright © Società Italiana di Scienza Politica 

Access options

Get access to the full version of this content by using one of the access options below. (Log in options will check for institutional or personal access. Content may require purchase if you do not have access.)

References

1 L'interesse degli studiosi si è recentemente rivolto agli iscritti ai partiti dei due paesi in esame, come è dimostrato dall'ottimo studio di una federazione socialista italiana compiuto da Barnes, Samuel H., Party Democracy, New Haven, Yale University Press, 1967, e da Alberoni, Francesco et al., L'attivista di partito, Bologna, Il Mulino, 1967, nonché dalla tesi di Nils Diederich sui partiti tedeschi, citata piú avanti.Google Scholar

2 L'autore è particolarmente grato al Comitato per la Politica Comparata del Social Science Research Council, che ha reso possibile questa ricerca.Google Scholar

3 Questa cifra comprende 15 interviste PSU extra, effettuate a Modena e nei dintorni, che si rivelarono utili tranne che per alcuni punti. L'applicazione preliminare del questionario fu effettuata da studenti universitari, anch'essi, per puro caso, socialisti.Google Scholar

4 Vedasi il suo lavoro Soziale Verflechtungen in der Bundesrepublik, Köln, Westdeutscher Verlag, 1953 e l'inedita tesi di Linz, Juan, Social Bases of West German Politics, Columbia University, 1959.Google Scholar

5 Il rapporto tra partiti politici e sindacati e il problema della neutralité o dell'impegno politico di questi ultimi è di vitale importanza per potere ben situare questo paragone, anche se noi ci occupiamo soltanto del singolo iscritto al partito come individuo e delle associazioni di cui fa parte. Per ulteriori chiarimenti sul movimento sindacale italiano, cfr. LaPalombara, Joseph, The Italian Labor Movement, Ithaca, Cornell University Press, 1957, cap. 5, e Forbice, Aldo e Favero, Paolo, I Socialisti e il sindacato, Milano, Palazzi, 1967, pp. 131–224.Google Scholar

6 Per maggiore informazione sul movimento sindacale tedesco, si vedano Sturmthal, Adolf, The Tragedy of European Labor, New York, Columbia University Press, 1944, o Landauer, Carl, European Socialism, 2 voll., Berkeley, University of California Press, 1959. Vedasi anche Edinger, Lewis J., Politics in Germany, Boston, Little Brown, 1968, pp. 223–229.Google Scholar

7 Gli iscritti ai sindacati, membri della CDU, a prescindere dal loro partito e dal loro sindacato, si occupano molto di sports e di gruppi per il tempo libero, di organizzazioni sociali o culturali, di associazioni di interesse economico o associazioni di profughi, e di gruppi collegati alla chiesa (fino a meté ciascuno) mentre gli iscritti ai sindacati, membri della SPD, hanno la tendenza ad appartenere a gruppi sportivi o del tempo libero (meté), a gruppi socio-culturali, di interesse economico o ad associazioni di profughi e cooperative (circa un sesto ciascuno). Meté degli iscritti a un sindacato, membri della CDU, (un terzo per quelli membri della SPD) ricoprono cariche all'interno di questi gruppi.Google Scholar

8 Inoltre essi, in numero maggiore dei socialisti (piú della meté), affermano di avere sviluppato un interesse per la politica mentre ancora vivevano con i genitori o dopo essersi iscritti ad un gruppo giovanile. Il 58% degli iscritti ai sindacati membri della CDU (paragonato al solo 36% degli iscritti membri della SPD) ha fornito questa risposta, mentre il 50,7% degli iscritti ai sindacati, membri della SPD, (contro un 38,1% dei sindacati CDU) si iscrissero al proprio partito dopo aver lasciato la casa dei genitori.Google Scholar

9 Op. cit., capp. 7 e 14.Google Scholar

10 Come si può arguire dal resoconto di Samuel H. Barnes, sulla federazione di Arezzo del PSI, l'assenza di stretti legami potrebbe alla fine spingere il partito socialista a richiedere ai membri in possesso dei debiti requisiti di iscriversi alla CGIL, che in questa particolare provincia non era dominata dal PCI come lo era invece in quasi tutte le altre. Membri molto competenti e ben informati di entrambi i partiti tendono inoltre ad avere una partecipazione attiva, sia nel partito che nel sindacato. Barnes, Vedasi, op. cit. , pp. 147151.Google Scholar

11 Cfr. Tarrow, Sidney, Political Dualism and Italian Communism , in « American Political Science Review », LXI (1967), pp. 3953; Peasant Communism in Southern Italy, New Haven, Yale University Press, 1967; Sviluppo economico e trasformazioni del sistema partitico italiano, in « Quaderni di Sociologia », XVII (1968).Google Scholar

12 La SPD, paragonata alla CDU, ha il doppio degli intervistati nelle zone rurali, e circa il triplo degli intervistati nelle comunité metropolitane.Google Scholar

13 Queste percentuali di non-iscritti, rispettivamente del 23 e 46%, comprendono i non-accertati, che potrebbero nascondere specialmente iscrizioni a gruppi giovanili nazisti, che gli intervistati riluttano ad ammettere.Google Scholar

14 A questo proposito vedasi specialmente LaPalombara, J., Interest Groups in Italian Politics, Princeton, Princeton University Press, 1964, tr. it. Clientela e parentela. Studio sui gruppi di interesse in Italia, Milano, Comunité, 1967, e gli scritti di Gianfranco Poggi, Il clero di riserva, Milano, Feltrinelli, 1963, di Alfonso Prandi, Chiesa e politica, Bologna, Il Mulino, 1968, e di Giorgio Galli e Paolo Facchi, La sinistra democristiana, Milano, Feltrinelli, 1962.Google Scholar

15 Secondo i dati di Diederich, tuttavia, si verifica assai di rado che l'appartenenza dell'intervistato ad un partito sia tenuta segreta alla sua famiglia o ai suoi amici. La classificazione basata sui « parenti nei partiti » del vasto campione dello studio di Diederich (1046 intervistati) dé un 25,2% con parenti nel proprio partito, 1,2% con parenti in altri partiti, 69,6% con risposte negative e il resto « Non so » oppure nessuna risposta.Google Scholar

16 Vedasi Almond, Gabriel A. e Verba, Sidney, The Civic Culture, Princeton, Princeton University Press, 1963, pp. 132143.Google Scholar

17 Vedasi specialmente Barnes, , op. cit., cap. 8 e pp. 141–4, e Alberoni et al., op. cit., pp. 189-226.Google Scholar